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Progetti in vista per l’inventore della Via della Lana e della Seta

Ancora una volta Vito Paticchia ha condiviso con noi un tassello della sua vita, fatta di studi, passione, incontri e anche fortuna.


Sono questi i racconti che ci danno la forza di credere nei nostri sogni, di pazientare, di perseverare e di metterci in cammino. Ed è così che un ragazzo di origini salentine è diventato uno dei massimi esperti dell’appennino centro-settentrionale con particolare specializzazione per quello tosco-emiliano.

Gli amanti del trekking e gli appassionati di storia partigiana hanno bene in mente chi è Vito Paticchia.

Presente alla Festa della Via della Lana e della Seta tenutasi lo scorso giugno, Vito ci ha parlato di un suo imminente progetto.


Da anni stai lavorando ad un cammino ambizioso da mare a mare. Di cosa si tratta?

Esatto. Parliamo di un progetto che nella sua interezza collega il Mar Tirreno e il Mar Adriatico. Partendo da Massa Carrara e terminando a Ravenna, oltre 350km di cammino vi faranno ripercorrere il fronte invernale della Linea Gotica.

Come si evince dalla guida “sulle tracce della Linea Gotica” di Fusta Editore che pubblicai nel 2011, si tratta di un progetto ambizioso, che ha bisogno delle sue tempistiche. Tuttavia, il prossimo anno, grazie al GAL e all’Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese, oltre all’allestimento di un Museo storico a Vergato (BO), partirà anche la parte bolognese del cammino, quella che dal Corno alle Scale condurrà a Riolo Terme, toccando i luoghi più strategicamente coinvolti nel conflitto combattuto nell’inverno del 1944-1945. Parliamo di un percorso di 10 tappe dalla struttura “a lisca di pesce”, caratterizzato, cioè, da diverse bretelle di collegamento tra i comuni posti a nord e a sud del tracciato.

Anche se il progetto completo non è ancora diventato ufficiale, rimane il fatto che si tratta comunque di un trekking piuttosto frequentato. Tra i vari camminatori della Linea Gotica da mare a mare ricordo con molto piacere Martina Fabbri e Giulio Capetini, la prima coppia ad aver percorso il cammino nella sua interezza. Di Martina consiglio la lettura del diario di viaggio “a piedi sulla Linea Gotica”, diventato progetto dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia https://www.anpi.it/storia/287/la-linea-gotica) a livello europeo, e quindi reperibile anche in altre lingue.


Un po’ ti conosciamo e sappiamo che sei amante delle sfide. Indoviniamo…la Linea Gotica è parte di un progetto ancora più ampio, vero?

Beccato! Ho sempre avuto un forte interesse per la storia della regione Emilia-Romagna e in particolare del territorio bolognese. Già durante gli studi universitari mi sono documentato su questa porzione di appennino, rivolgendo le mie analisi sul tema partigiano e del fronte invernale. Testimonianze su testimonianze e sopralluoghi su sopralluoghi, tutte le ricerche che ho seguito durante la mia carriera mi hanno condotto in un’unica direzione.

Nella visione secondo cui l’intero territorio dell’ Emilia-Romagna, insieme a quello della Toscana, rappresenta un grande parco storico all’aperto. Mi riferisco a tutto l’Appennino, essendo stato interamente attraversato dal fronte di guerra, sia da parte tedesca sia da parte soprattutto alleata.

Così, partendo dallo studio sia di documentazione sia di incontri con personaggi illustri e dal lavoro di ricerca legata alla lotta di resistenza in Italia, ebbi l’idea di lanciare il progetto di creare un parco storico in tutta la zona appenninica.

Si iniziarono inoltre ad installare alcuni musei storici, tra cui il Museo Storico di Montese, a riallestire il Museo della Guerra Linea Gotica di Castel del Rio e, sempre in questo ambito, furono eseguiti, in venti località, diversi interventi di recupero delle postazioni militari di quegli anni, i più conosciuti dei quali sono quelli sul acquartieramento militare nel Parco Storico di Monte Sole, su Monte Capraro.

Altri furono eseguiti a Monte Pero nel comune di Vergato, a Monte Castello sotto Gaggio Montano, a Monterumici nel comune di Monzuno, a Guanella, frazione di Gaggio Montano, e in altri comuni appenninici tra cui Castel D’Aiano.

Quando parli di incontri con personaggi illustri, a chi ti riferisci di preciso?

Durante la mia carriera ho avuto occasione di conoscere diverse figure di rilievo e di vivere diverse (dis)avventure, eppure sono due gli incontri chiave delle mie ricerche.

Appena laureato in Scienze Politiche ad indirizzo storico contemporaneo presso l’Università di Bologna, iniziai una ricerca sulla Linea Gotica commissionata dall’amministrazione comunale di Vergato. In particolare, l’incarico verteva sui civili, su come i civili avevano vissuto in quegli anni e su come avevano subito il passaggio del fronte. Intervista dopo intervista, un giorno mi imbattei in un certo Robert H. Schmidt, un fotografo di guerra americano che, quando tra l’autunno e l’aprile del 1945 il fronte rimase fermo per sei mesi a San Benedetto Val di Sambro, incontrò una ragazza del posto con cui si sposò. Andarlo a trovare in America sarebbe stata l’occasione giusta per recuperare delle foto che documentassero il passaggio del fronte in Emilia-Romagna, soprattutto nella zona appenninica del bolognese, in modo anche da completare il lavoro svolto in precedenza dalla Regione presso l’Imperial War Museum a Londra con l’acquisizione di un fondo di 2mila immagini scattate sul fronte adriatico dai fotografi dell’VIII Armata Inglese.

Quindi, nel 1992, mi organizzai insieme a Luigi Arbizzani (ricercatore dell’Istituto Storico Parri di Bologna), ma una settimana prima della nostra partenza Robert morì. Partimmo ugualmente, ma arrivati a Washington non avevamo più l’aggancio giusto per accedere agli archivi. Eravamo in balia degli eventi. Poi successe che un bel giorno ci venne presentato un signore che lavorava negli archivi americani e che era stato soldato a Verona con l’esercito americano. Presso i National Archives di Washington, riuscimmo, così, ad acquisire sia un fondo fotografico di 500 immagini sia una serie di documentazioni sulla presenza alleata in appennino e, soprattutto, sul ruolo dei governatori militari nel territorio. Materiale, questo, depositato presso l’Istituto Storico Parri e l’Istituto Beni Culturali per la conservazione e la libera consultazione. Ricordo anche la pubblicazione nel 1994 del libro “Combat photo 1944-1945” mia e di Luigi.

L’altro personaggio importante che ho avuto la fortuna di conoscere è il reduce della F. E. B. (Forca Expedicionária Brasileira), Carlos Scliar, affermato pittore brasiliano. In sua presenza, il 10 e l’11 aprile del 1999, a Montese si celebrò il 54° anniversario della Liberazione, si firmò il Patto di Amicizia tra Montese e Fortaleza e si inaugurò l’apertura ufficiale del Museo Storico del paese. Oltre alla sua storia, ciò che mi colpì di Carlos fu la sua arte, i suoi disegni di guerra in cui ha ritratto familiari, anziani e situazioni che aveva vissuto in quegli anni. Ora le sue opere sono esposte presso il Museo Morandi di Bologna.


Mai dire mai nella vita! Passo dopo passo, intanto eccoci prossimi all’inaugurazione della parte bolognese della Linea Gotica!


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