La Via della Lana e della Seta non lascia scampo. Che tu parta dalla città del tortellino o dalla città dei cantucci, attraverserai territori dal ricco patrimonio culinario a cui non potrai resistere. Non ti resta che rilassarti e lasciare che le tue papille gustative danzino libere tra risate e buon cibo!
“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” (M. Proust)
Viaggiare non si limita alla semplice esplorazione del territorio o al mero raggiungimento della meta finale e questo il vero camminatore, che si mette in marcia non per moda ma per necessità, lo sa fin troppo bene.
Chi decide di intraprendere un cammino alla ricerca dell’autenticità più intima di un territorio è consapevole che davanti a sé lo attende un viaggio di incontri e diversità che lo faranno entrare in stretto contatto con la cultura e le tradizioni delle comunità locali, la vera essenza dei luoghi attraversati.
Liberi di iniziare la VLS da dove si voglia, perché non partire dalla Food Valley?
Dichiarata dall'UNESCO Città Creativa della Musica nel 2006 e Città dei Portici nel 2021, a rendere Bologna famosa in tutto il mondo è la sua ricca e prelibata cucina. La Mortadella Bologna IGP, la Patata di Bologna DOP, l'inimitabile ragù alla bolognese, la “cotoletta petroniana”, i passatelli, il friggione, la zuppa inglese e le raviole bolognesi sono solo alcuni degli elementi tipici della cucina locale. Tuttavia, l’emblema della città è lui: il tanto conteso tortellino! La punta di diamante delle città è, più precisamente, la pasta fresca, che grazie alla delicatezza e al sapere delle mitiche sfogline (candidate tra i patrimoni dell’umanità Unesco) si tramuta in meravigliosi e gustosi capolavori quali tagliatelle, lasagne, tortelli e ravioli. Insomma, chi va a Bologna non deve temere il colesterolo… Non per nulla viene chiamata La Grassa!
Felici e satolli, lasciamo alle spalle l’antica Felsina per proseguire il cammino verso Sasso Marconi. Attraversando il territorio dei Colli Bolognesi ci accorgeremo che i sapori iniziano a farsi più rustici e legati all’ambiente naturale. Ci troviamo nella zona di produzione tipica dei vini Colli Bolognesi Colline Marconiane DOCG e Colli Bolognesi classico Pignoletto DOCG e dove, se non qui, possiamo accompagnare un buon bicchier di vino con le tradizionali crescentine fritte? Al cospetto del Contrafforte Pliocenico, quindi, ci addentriamo sempre più nei freschi e rigogliosi boschi dell’appennino, dove nella stagione autunnale proliferano prelibatezze d’eccellenza come il Tartufo Bianco Pregiato e il Marrone Biondo. Una volta giunti a Grizzana Morandi, la seconda tappa della Via della Lana e della Seta, saranno gli irresistibili zuccherini montanari a darci il benvenuto e solo allora potremo dire di aver messo piede in appennino!
La ricca varietà di fiori e di alberi rende questo territorio ottimo per la produzione delle diverse tipologie di miele, tra le quali primeggia il miele di castagna. Com’è noto, la rigogliosa presenza di castagni da frutto
nell’Appennino Bolognese (ma non solo) è da attribuire alla perspicace Matilde di Canossa, che già nell’anno Mille capì l’importanza della loro coltivazione per le popolazioni montane. Oggi, con il “pane del bosco” vengono realizzati sia prodotti della tradizione, come la polenta dolce, le frittelle, il castagnaccio e la birra, sia prodotti innovativi come la recente castagnella castiglionese da spalmare sul pane o sui formaggi locali.
Passo dopo passo, eccoci a valicare il crinale e ad accedere alla Toscana. In questa zona di confine, molto trafficata sin dall’antichità da pellegrini, mercanti e soldati, risiedono comunità locali che per certi aspetti possono sembrare simili, ma che in realtà si differenziano sensibilmente per via del diverso vissuto e delle peculiari influenze culturali.
In particolare, il cibo è lo specchio delle loro identità e assaporando, ad esempio, gli zuccherini montanari di Grizzana Morandi, di Camugnano, di Castiglione dei Pepoli, di Montepiano, di Vernio e di Vaiano potremo apprezzarne le differenze e comprendere come queste rappresentino il carattere identitario delle comunità e, quindi, del territorio stesso.
Manca poco alla meta finale del cammino e quella che stiamo esplorando è la Val Bisenzio che, con i suoi biscottifici e botteghe, ci accompagna fino ai sapori tipici pratesi. Dopo aver iniziato la giornata con i sassi della Calvana o i biscotti di Prato inzuppati nel Vin Santo, per pranzo abbiamo l’imbarazzo della scelta: pappa al pomodoro, schiacciata con l’uva o una Bozza farcita con la Mortadella di Prato? A voi la scelta.
Eccoci, infine, dinanzi la Cattedrale di Santo Stefano, il nostro capolinea. Partiti dalla Piazza Maggiore di Bologna e arrivati qui, nella Piazza Duomo di Prato, grazie alle prelibatezze e golosità locali siamo riusciti a completare i 130km di percorso della Via della Lana e della Seta. Niente male, eh! A questo punto direi che una pesca di Prato o un buon bicchiere di Vermouth bianco ce li siamo più che meritati!
Alla prossima avventura!
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